In Tv ritratti femminili per un viaggio dagli anni Trenta agli Ottanta. La maggior parte girati in Sicilia, tra Ragusa ed Agrigento
Mariella Caruso | La Sicilia | 28 agosto 2016
Nella foto: Neri Marcorè ed Elizabeth Kinnear
Conoscere Andrea Camilleri soltanto attraverso i racconti del commissario Salvo Montalbano sarebbe un vero delitto. Di quelli che il papà del poliziotto letterario più famoso d’Italia approfondirebbe con un’investigazione nel profondo dell’animo umano. Lo scrittore empedoclino, maestro dell’indagine dei caratteri, dei vizi e delle virtù del popolo siciliano, infatti, nei suoi trentotto anni di attività letteraria (il primo romanzo è stato Il corso delle cose pubblicato nel 1978) non si è limitato a narrare le storie del solo Montalbano, nato dalla sua penna nel 1994 e quindi ancora poco più che ventenne. La sensibilità dell’ormai quasi 91enne (spegnerà le sue candeline il 6 settembre) si è spinta in mille rivoli, anche nell’esplorazione dell’universo femminile. Se già nei casi del commissario Montalbano le donne non sono mai personaggi secondari, a partire dalla presenza-assenza dell’eterna fidanzata Livia, è in Donne, la raccolta di racconti firmata dal Maestro pubblicata due anni fa dalla Rizzoli, che Camilleri si dedica con tutto se stesso all’approfondimento di ogni sfumatura dell’altra metà del cielo. Da dieci dei trentanove camei letterari dedicati ad altrettante donne, i cui nomi vanno dalla A alla Z, la Anele di Gloria Giorgianni in collaborazione con Rai Fiction, ha tratto l’innovativa serie crossmediale Donne. In onda dal 30 agosto, i dieci corti da dieci minuti l’uno saranno trasmessi sia su Rai1, sia sul web con l’eccezione di giovedì 1, domenica 4 e lunedì 5 settembre. A rendere unico il racconto di Donne è la presenza dello stesso Camilleri, nelle sue diverse età, come partner e narratore delle figure femminili talvolta reali, come nonna Elvira, un’intensa Lucia Sardo che introduce e chiude la serie, altre soltanto immaginate dallo scrittore e intellettuale siciliano.
UN VIAGGIO NEL TEMPO. Della galleria delle donne di Camilleri, che attraverso un viaggio temporale che parte dagli anni Trenta per arrivare agli Ottanta mettono a fuoco anche i cambiamenti della società e del costume, oltre a quello della stessa immagine femminile, fanno parte la selvatica Nunzia, la prostituta socialista Oriana, la svedese Kerstin, la giovane Ofelia, la compagna di ballo Beatrice, la cameriera Jolanda, l’elegante aristocratica Pucci, l’emancipata studentessa Ingrid e la misteriosa Ines. A prestare loro i volti, invece, sono nell’ordine Alice Canzonieri, Nicole Grimaudo, Giulia Achilli, Linda Caridi, Miriam Dalmazio, Anita Kravos, Carolina Crescentini, Elizabeth Kinnear e Catrinel Marlon. Accanto a loro, entrando puntata dopo puntata nei panni di Camilleri, si passano la staffetta Neri Marcorè, Giampaolo Morelli, Claudio Gioè, Vincenzo Amato, Dario Aita, Glen Blackhall, Gabriele Rossi, Giorgio Pesce, Giovanni D’Aleo e Davide Tornesi. I set, come accade per Il Commissario Montalbano e Il giovane Montalbano, sono stati rigorosamente siciliani e sono stati allestiti in provincia di Ragusa e di Agrigento. A dirigere gli attori, tra cui in ruoli secondari ci sono anche Nino Frassica, Francesco Mandelli e Johannes Brandrup, è stato Emanuele Imbucci che ha affidato il racconto fuori campo a Leo Gullotta.
ESSERE CAMILLERI. «Andrea Camilleri è stato uno dei miei insegnanti in Accademia in occasione di un saggio, già allora sarei rimasto ad ascoltato per ore. È stato molto bello essere chiamato a cercare di restituire il carattere all’Andrea che comincia a fare il regista e cerca i soldi per allestire il suo primo lavoro perché ho trovato il racconto molto calzante con i miei primi ricordi di questo mestiere – ha confessato Claudio Gioè, attore palermitano che ha recitato accanto Anita Kravos in Jolanda, una cameriera friulana dal cuore grande incontrata dallo scrittore a Roma – Per me Camilleri è un trattato di saggezza siciliana, placida calma dietro la quale si nasconde grande lucidità».
«Fa sempre piacere interpretare un personaggio che si ammira e che è amato da tutti – ammette Neri Marcorè, interprete con Elizabeth Kinnear dell’episodio Ingrid – Ovviamente, essendo così diverso da lui, non ho lavorato in direzione mimetica attenendomi più che altro al copione e tenendo comunque presente la figura di Camilleri come riferimento lontano. Oltretutto avevo già avuto il piacere di interpretare al cinema un suo testo grandioso, La scomparsa di Patò».
Giampaolo Morelli, già ispettore Coliandro nel serial investigativo di Rai2, è il protagonista con Carolina Crescentini e Francesco Mandelli dell’episodio Pucci. «Questo cortometraggio diretto con mano sicura da Emanuele Imbucci mi ha dato la possibilità di vivere il periodo milanese della vita del Maestro Camilleri – dice Morelli – È stato il momento in cui lo stesso iniziava a farsi apprezzare anche nei salotti della borghesia e della nobiltà di quel periodo costituita da una “fauna” di personaggi stravaganti che Camilleri osservava con un certo distacco e la sua immancabile ironia».
La ricerca del Camilleri dentro se stesso è stata la chiave d’interpretazione di Glen Blackhall, che presta la sua recitazione nel corto dedicato a Beatrice. «Del primo contatto telefonico avuto con il regista Emanuele Imbucci ricordo che mi ha detto: “Siamo tutti un po’ Camilleri…” – sottolinea Blackhall – Da quel momento in poi il mio lavoro è stato lasciare che quel frammento della vita di Camilleri parlasse il più possibile al Camilleri che è in me. È stato un bell’incontro e non posso che ringraziarlo per questo».
Il Camilleri adolescente è Davide Tornesi, che gli restituisce il carattere in Oriana, episodio con Nicole Grimaudo nel ruolo di una prostituta socialista. «È stato emozionante rivestire i panni di un grande scrittore e regista che ha dato, e continua a dare, tanto alla letteratura italiana – confessa Tornesi – Io, poi, ho seguito tutti gli episodi della serie Il Commissario Montalbano. Mi sono sentito vicino al personaggio di Andrea adolescente che, un po’ come me, era timido, riservato, sensibile e delicato con le donne. Ho apprezzato la generosità di quest’uomo e la sua capacità di avvicinarsi all’universo femminile quasi in punta di piedi».
È palermitano, ma dal respiro internazionale avendo lavorato spesso negli Stati Uniti, Vincenzo Amato, protagonista di Ines. «Ho interpretato Camilleri che ritorna da un viaggio di lavoro in Brasile e durante il viaggio in aereo instaura uno strano rapporto con la bella e misteriosa passeggera che gli si è seduta accanto – svela Amato – Una vicenda raccontata in modo intelligente che provocherà dubbi e curiosità. Nei panni di Camilleri ho dovuto conquistare l’interesse di una bella signora con l’intelligenza. E, senza mai sfiorarla, le cambierò la vita, in meglio, per sempre».
Altro palermitano è Dario Aita. «I gialli di Camilleri, sottratti dal comodino a mio padre, hanno ricoperto nella mia adolescenza il ruolo che forse nella giovinezza di mio padre ricoprirono i gialli di Simenon – riflette l’attore ventinovenne protagonista di Ofelia, una donna sconvolta dagli orrori della Seconda Guerra Mondiale – Per me Camilleri è come un nonno che racconta storie sempre piene di vita e di suspence e da cui hai sempre da imparare. Quando poi i nonni iniziano a raccontarti le storie delle donne che hanno incontrato nella loro vita allora vuol dire che sei diventato grande. Così, interpretare Camilleri è stato, nello stesso tempo, un tuffo nel passato e un salto nel futuro».
È ancora un ragazzino Giovanni D’Aleo alle prese con la ferina e selvatica partner di set Alice Canzonieri in Nunzia.
«Ho interpretato questo ruolo cercando di non utilizzare il telefonino per tutto il periodo delle riprese – dice il dodicenne di Balestrate – È stato strano, mi sono ritrovato catapultato in un’epoca che nessuno mi aveva mai raccontato. Mi sono chiesto come giocasse il piccolo Andrea, senza telefonino o PlayStation; forse si divertiva a catturare lucertole o portando a spasso la sua capra, a girare per la campagna senza paure. E un po’ di nostalgia mi è venuta».