Morelli torna in tv: racconto il giovane scrittore e le sue donne
Micol Sarfatti | Corriere della Sera | 29 agosto 2016
Giampaolo Morelli | ©Barbara Ledda-Photomovie
«Sono riuscito a far incontrare l’ispettore Coliandro e il commissario Montalbano. Due poliziotti straordinari, ma agli antipodi. Un eroe e un antieroe. Non potrebbero esistere due personaggi più diversi». Sorride Giampaolo Morelli, attore e autore di questa singolare impresa, ma pure cantante e conduttore. Un’infanzia tra la borghesia napoletana, con papà magistrato, una giovinezza divisa tra gli studi, abbandonati, di Giurisprudenza e il sogno, realizzato, della recitazione. Morelli, già volto e voce dell’ispettore Coliandro su Rai Due, interpreta anche un giovane Andrea Camilleri in «Donne». Una fiction di Rai Uno, in onda dal 30 agosto, che racconta la vita dello scrittore attraverso le figure femminili più significative per lui, con attori diversi in ogni puntata. Nel cast Vincenzo Amato, Neri Marcorè, Francesco Mandelli e Nicole Grimaudo.
L’episodio di cui Morelli è protagonista si intitola «Pucci» e ripercorre i giorni milanesi di Camilleri, allora 40enne. L’inizio dei suoi successi, gli incontri con l’alta borghesia meneghina e una splendida ragazza, interpretata da Carolina Crescentini. «Mi sono divertito a vestire i panni di uno scrittore importante—racconta—Anche questa volta ho avuto la fortuna di lavorare con una bella sceneggiatura. Montalbano e Coliandro sono due prodotti diversi, ma ben fatti. Certo, Coliandro ha un linguaggio duro: non potrebbe mai andare in onda su Rai Uno. Lui è un outsider e, in fondo, un perdente. Montalbano è un’istituzione». «L’ispettore è il personaggio che mi ha dato di più —spiega— Non posso negarlo. So di avere una fisicità piacente, ma non mi sono mai fermato ai ruoli da “belloccio”. E in questo senso Coliandro è stata una sfida. E’ spigoloso, ma umano. Cerca l’amore e una promozione sul lavoro, in cui spesso sbaglia. Ha dei lati drammatici e veri. La serie poi è molto moderna. Ogni episodio è un film di genere diverso e questo mi diverte».
La fiction diretta dai Manetti Bros e sceneggiata da Carlo Lucarelli ha una vicenda complessa quasi quanto il suo protagonista. I primi episodi furono girati nel 2004, ma la Rai ne bloccò la messa in onda, temendo che lo stile potesse infastidire pubblico e forze dell’ordine. Poi nel 2006 il debutto. Nel 2009 una nuova interruzione per mancanza di budget, e, nel 2016, il ritorno, dopo le proteste dei fan. I nuovi episodi arriveranno nella primavera 2017. «Ho toccato con mano la crisi e la diffidenza verso i prodotti fuori dagli schemi. Curiosamente ho avuto una sorta di contrappasso. In«Studio Uno» (fiction di Rai Uno sulla genesi dello storico varietà in onda a ottobre ndr), interpreto un funzionario che ostacola il programma». A settembre Giampaolo Morelli salterà a bordo di un auto per condurre Fan Karaoke, versione nostrana del «Carpool Karaoke» di James Corden. Un’ora a zonzo per una città tra canzoni e chiacchiere. Gli ospiti, per ora, restano top-secret. «Posso dire quello che avrei voluto avere, ma non avrò: Pino Daniele. Un poeta». «Il mio sogno tra qualche anno? Un bella parte a teatro in una commedia di De Filippo. Napoli fa parte di me, è il mio Dna. Non mi abbandona mai, anche se Camilleri è siciliano e Coliandro vive a Bologna».