di Francesca D’Angelo
Tivù – 29 marzo 2021
Nel caos generale della pandemia, Apa e, con l’associazione, tutti i produttori televisivi avevano due (uniche?) grandi certezze per il 2021: la battaglia vinta sull’extra-gettito Rai e l’arrivo di un nuovo interlocutore strategico come Rai Documentari. La prima avrebbe sventato il paventato taglio agli investimenti in produzione seriale; la seconda avrebbe finalmente valorizzato il genere documentario, rilanciando il business indipendente.
Appunto: avrebbe… L’anno è, infatti, iniziato e nulla è andato come previsto. Per capire cosa è successo bisogna partire proprio da quegli 80mln di euro lordi (63mln netti) di cui la Rai è tornata in possesso grazie alla restituzione del 5% sul canone in bolletta. Una battaglia portata avanti proprio dall’associazione, che si è inevitabilmente sentita tradita dopo avere appreso che la maggior parte della somma sarebbe servita a correggere I conti della Rai.
Stando alle stime, Viale Mazzini rischiava infatti di chiudere il 2021 a -120 mln di euro. Ora il disavanzo Rai si è dimezzato nella previsione di Bilancio 2021. Se così fosse (e lo è), resterebbe pertanto confermata la riduzione degli investimenti seriali, il cui budget passerebbe dai I 89mln del 2020 agli attuali I 60mln. «Si tratta di un taglio di 30mln di euro», sottolinea il presidente di Apa Giancarlo Leone, «questo vuol dire disinvestire su un genere che vanta una media annua di 6mln di spettatori e un elevato tasso di replicabilità». La sforbiciata, unita ai costi lievitati per effetto della pandemia, costringerebbe la Rai a rinunciare ad almeno otto fiction all’anno. Tra l’altro non è detto che la somma venga recuperata negli anni seguenti, anzi, il timore è proprio che si vada verso un progressivo disinvestimento. «Abbiamo avuto diversi incontri con l’ad Fabrizio Salini e ci aspettiamo che ci sia un ripensamento nel corso dell’anno», auspica Leone. Analogo problema per i programmi di intrattenimento che soffrono per un taglio orizzontale a tutti i budget dei canali televisivi.