di Silvia Fumarola | Repubblica | 03 maggio 2017
Rivoluzionario, statista, tifoso. Cari ragazzi, ecco Pertini
Ritratto di presidente della Repubblica: partigiano, socialista, schietto, ironico, caustico, umano, fumatore di pipa. Sandro Pertini resta il presidente più amato dagli italiani. Un’icona pop. Il rapporto con la moglie Carla Voltolina, i salti fuori protocollo alla vittoria dei Mondiali dell’Italia in Spagna nell’82, quando, dopo il gol di Altobelli, dice a re Juan Carlos: <>, la partita di scopone in aereo con Bearzot. E’ un “come eravamo” affettuoso il documentario Pertini – Il combattente, scritto e diretto da Graziano Diana e Giancarlo De Cataldo (che venerdì sarà in scena all’Archivolto di Genova con una lettura sul presidente insieme a Carla Signoris e Ugo Dighero).
“C’era il progetto di una fiction Mediaset ma non si fece. Allora ho scritto il libro per raccontare quest’uomo a mio figlio”
Al Quirinale dal 1978 al 1985, Pertini è il presidente – e il nonno – di tutti, un politico appassionato che incontra le scolaresche e durante il suo settennato affronta tragedie immani: la strage di Bologna, Ustica, Vermicino, il terremoto dell’Irpinia, l’assassinio di Carlo Alberto Dalla Chiesa. <>, spiegano De Cataldo e Diana, <>. Prodotto da Anele, Altre Storie (che lo distribuirà in autunno nelle sale) e Sky Cinema (che lo manderà in onda dopo l’uscita nei cinema) in collaborazione con Rai Cinema, tratto dal libro di De Cataldo Il combattente – Come si diventa Pertini (Rizzoli), il film-documentario mescola il linguaggio della graphic novel animata, a cura dell’illustratore Manuelle Mureddu, e il fumetto, con i disegni di Andrea Pazienza (in una tavola Pertini, ritratto di spalle, è una figurina con la pipa che guarda lo Stivale e commenta: “Mah, speriamo bene”).
Con canzoni pop (il presidente è stato celebrato da Antonello Venditti, Daniele Shook, gli S.C.O.R.T.A., gli Skiantos, gli Ex-Otago, Marco Stella e Toto Cotugno) e la colonna sonora di Pasquale Catalano, la figura di Pertini viene costruita come in un puzzle. “Abbiamo usato un linguaggio nuovo, per certi versi audace”, spiega la produttrice Gloria Giorgianni, “è stata una sfida>>. <“Libertà non è mai una conquista definitiva”, dichiara Pertini. E ancora: “La politica deve essere fatta con le mani pulite, se c’è qualche uomo politico che approfitta della politica per fare i suoi sporchi interessi deve essere denunciato”.
La passione di De Cataldo per Pertini è antica: “All’inizio c’era il progetto di una fiction Mediaset, grazie a Mario Almerighi (magistrato scomparso un mese fa, ndr) presidente della associazione Sandro Pertini, frequentavamo la casa del presidente. Carla Voltolina ci autorizzò a girare un film che non si fece più. Così ho scritto il libro, in cui racconto quest’uomo speciale a mio figlio ragazzino… Un grande atout è stato Andrea Pazienza, la fama di Pertini è passata di generazione in generazione”. Tra i testimoni il presidente Giorgio Napolitano, Eugenio Scalfari, Domenico De Masi, Gad Lerner, Emma Bonino, Dino Zoff, Gherardo Colombo, Giovanni De Luna, Paolo Mieli, Marcello Sorgi, Antonello Venditti, Raphael Gualazzi e lo stesso Almerighi. “Scalfari”, racconta Diana, “ripercorre la sua amicizia personale con Pertini, quando il presidente partecipava alle riunioni di redazione. Rivela il suo desiderio di essere rieletto e la necessità di avere un appoggio dal giornale, incassando un elegante rifiuto”. “Per la mia generazione”, dice Emma Bonino, “Pertini rimane un punto di riferimento importante. Come si può rimanere umani rappresentando le istituzioni”. Il presidente Napolitano (presente alla vittoria dell’Italia ai Mondiali di Berlino 2006) parla del Pertini tifoso. “Dentro di me avrei fatto un salto altrettanto alto, poi ognuno ha il suo temperamento. Io il salto me lo tenni dentro. Lui lo fece davanti agli occhi di tutto il mondo”.
Le testimonianze in video sono del presidente Napolitano, Eugenio Scalfari, Emma Bonino, Dino Zoff, Antonello Venditti.
Da presidente della Camera, Pertini è vicino ai magistrati: per paura delle microspie incontra nei locali lavanderia i giovani pretori Adriano Sansa, Carlo Brusco e Almerighi, che indagano sullo scandalo petroli. Piange per le mazzette al Psi. “La passione civile di Pertini è la sua cifra”, osserva Diana, “dopo il terremoto fa un discorso durissimo: “Dove sono finiti i soldi del Belice? Dove?”. E Massimo Troisi fa un pezzo formidabile: “Papà, chi ha preso i soldi del Belice? Chi li ha presi?”. Una comicità geniale perché quando il presidente parlava era come si rivolgesse, uno a uno, a tutti gli italiani”. “Pertini raccoglie un paese ai minimi termini nel 1978 e ne consegna un altro”, continuano gli autori, “l’Italia dei primi anni 80 è la quinta potenza industriale del mondo”. C’è un nuovo Pertini? “Nel pre-finale l’abbiamo chiesto agli autorevoli interlocutori, sarà una sorpresa scoprire la risposta”.