di Emilia Costantini
corriere.it – 21 Ottobre 2021
Il docu-film con la regia di Francesco Miccichè ripercorre la decisione di una delle madri che decise chi, tra undici caduti, sarebbe diventato un simbolo, a Roma.
Undici bare, undici salme di soldati non identificati caduti in trincea nel corso della Grande guerra. Un gruppo di madri sono in attesa di essere ascoltate dalla commissione che deciderà quale sceglierà il Milite Ignoto. Tra loro Maria Bergamas, una contadina di Gradisca di Isonzo, che ha perso in battaglia l’unico figlio maschio, Antonio. Il ragazzo si era gettato all’attacco delle linee nemiche, sostituendo volontariamente un altro soldato che, a differenza sua, aveva moglie e figli. Sarà proprio lei a decidere il 28 ottobre 1921, durante una cerimonia nella Basilica di Aquileia, quale tra quegli undici corpi senza nome verrà accolto a Roma nell’Altare della Patria in piazza Venezia.
Si intitola «La scelta di Maria» il docu-film con la regia di Francesco Miccichè, prodotto da Anele in collaborazione con Rai Cinema, Fondazione Aquileia e Istituto Luce-Cinecittà, in programma domenica alla Festa del cinema e in onda il 4 novembre su Rai1, in occasione del centesimo anniversario della tumulazione del Milite Ignoto. Protagonisti Sonia Bergamasco, nel ruolo di Maria, Alessio Vassallo in quello del tenente Augusto Tognasso. «Tognasso è medaglia al valore con ben 36 ferite di guerra e, per questo, è claudicante — spiega l’attore che sarà al Festival con il film Notti in bianco, baci a colazione di Francesco Mandelli —. Viene inviato dal ministro Luigi Gasparotto (Cesare Bocci) sulla trincea del Monte San Michele, dove morirono più di 120 mila soldati e dove aveva iniziato a diffondersi il virus della Spagnola, a causa delle condizioni disumane in cui si trovavano a convivere i militi».
Il compito di Tognasso è di recuperare i resti delle vittime ormai irriconoscibili per portarle a Roma: «In realtà, all’inizio, il tenente incontra donne che chiedono di non portare via dalle trincee le salme dei soldati morti. Insieme ai braccianti del luogo sono infatti contrarie a quella celebrazione. Quei ragazzi sono morti per noi, dicono, ci hanno difesi ed è giusto che rimangano nei nostri luoghi». Durante la notte, che precede la cerimonia ad Aquileia, Tognasso insieme a un caporale cambia più volte disposizione delle bare, al fine di rendere ancora più difficile un possibile riconoscimento. «La mattina successiva — continua Vassallo —, quando Bergamas sta per scegliere la salma, sono tutti presenti. La donna viene accompagnata nei pressi dell’altare dove sono disposte le bare e, in un momento di forte emozione, si inginocchia davanti alla decima: sarà quella che verrà trasportata nella capitale». Il 29 ottobre il treno parte da Aquileia e chi è a bordo assiste a un inaspettato e incredibile spettacolo: ovunque transiti il convoglio, c’è una folla enorme, tutti si inginocchiano, pregano, salutano. «Ognuno di loro ha perso qualcuno in quella terribile guerra — riprende l’attore — e ognuno vuole in questo modo ricordare il proprio caro, omaggiando il passaggio di quel soldato di cui non si conosce l’identità. Ad ogni stazione gruppi di bambini orfani di guerra, accompagnati dalle mamme vedove, intonano la canzone del Piave. Il treno compie 120 soste e impiegherà ben quattro giorni per arrivare a destinazione».
Verrà accolto dal Re «soldato» Vittorio Emanuele III che accompagnerà il feretro prima nella chiesa di Santa Maria degli Angeli e poi, in una affollata processione lungo via Nazionale, in piazza Venezia. Il docu-film è stato girato proprio ad Aquileia, nella trincea del Monte San Michele e nella frazione di San Martino del Carso, che deve la sua fama al fatto di essere stato teatro di numerose battaglie. «E sarà proprio Tognasso — aggiunge Vassallo — a decidere il cambio di guardia che presidia continuamente il monumento, perché il Milite Ignoto non deve mai rimanere da solo. Ancora oggi, dopo cento anni, è infatti vegliato senza sosta dai militari di tutte le armi che, a turno, rendono onore al soldato senza identità, simbolo di una Paese, almeno per una volta, unito. Questo film è per non dimenticare».