di Maria Elena Zanini
Corriere della Sera – 18 settembre 2017
Nella foto: Gloria Giorgianni, CEO e fondatrice di Anele.
“L’idea è coniugare contenuti eccellenti con una forma di linguaggio innovativa. È con questo obiettivo che Gloria Giorgianni nel 2013 (dopo 12 anni in Palomar) ha fondato Anele, casa di produzione con sede a Roma, ma testa e cuore in Sicilia, sua terra di origine. Del resto, l’importanza di un testo di qualità Giorgianni l’ha imparata da sua zia Elvira Sellerio, fondatrice dell’omonima casa editrice che ha pubblicato alcuni tra i maggiori autori italiani. «Voglio dar voce a contenuti che raccontino l’oggi — dice Giorgianni — che siano anche azzardati, ma che riescano però a creare una storia». Contenuti certo, ma anche un linguaggio in grado di poter viaggiare su più piattaforme, dalla tv al web. Capace dunque di incontrare un pubblico il più ampio possibile. Come «Donne», 10 mini film tratti da una raccolta di racconti di Andrea Camilleri centrati su 10 figure femminili dagli anni ’30 agli anni ’80. O come «Under», 10 puntate di 10 minuti l’una andate in onda nel 2014 su internet, un progetto nato da un romanza scritto da una ragazza di 24 anni. O come «Nel nome del popolo italiano», quattro docu-film sulle figure di Vittorio Occorsio, Piersanti Mattarella , Natale De Grazia e Marco Biagi. Al centro della narrazione visiva, c’è la volontà di superare lo stereotipo che sia quello legato alle figure femminili, o quelli sul Meridione: «Il sud non è solo Gomorra — commenta la produttrice — . Così come non è solo Montalbano. Sono entrambe produzioni che hanno fatto del bene in termini di ritorno economico ai territorio. Ma non basta. Occorre fare di più». In concreto? «Significa non limitarsi a “usare” i territorio, quello siciliano in particolare semplicemente come un set. Bisogna pensare a un piano di rilancio industriale della regione che passi dalla formazione di nuove figure professionali». Un percorso virtuoso che avrebbe bisogno del supporto delle istituzioni.