di Cristina Battocletti
ilsole24ore.com – 13 maggio 2025
Gloria Giorgianni, Ad della casa di produzione Anele e delegata Apa, lancia l’idea a Confindustria.
Da oggi il mondo del cinema accorre a Cannes: inizia la 78esima edizione della rassegna cinematografica (fino al 24 maggio) e in parallelo il Marché du Film, il mercato cinematografico internazionale, dove si svolgono contrattazioni e presentazioni di film, evento parallelo alla rassegna nello stesso periodo e nello stesso luogo, al Palais du festival. È considerato uno dei mercati cinematografici più importanti al mondo, con una media di 15mila delegati da oltre 131 Paesi, 250 eventi industriali, per un volume di affari di miliardi di dollari.
Ci sarà anche Gloria Giorgianni, fondatrice e ad di Anele, società di produzione di contenuti audiovisivi, multimediali, televisivi e cinematografici. Fondata nel 2013 da Giorgianni, Anele attualmente conta 5 dipendenti (4 donne) e nel 2024 ha registrato un volume di produzione di 8,7 milioni di euro contro 4,5 milioni del 2023.
Tra le produzioni annovera film dedicati alle figure di Pertini, Iotti, Calvino, Mondadori. «Mi ritengo un’imprenditrice culturale, cerco di produrre film aderenti a contenuti sociali, culturali e politici in cui credo, trasformandoli in intrattenimento», spiega Giorgianni, che in questo senso vive anche la sua missione di delegata Apa, associazione produttori televisivi dell’industria. «All’interno di questo contesto propongo di creare un polo dell’audiovisivo Made in Italy italiano. Oggi abbiamo un mercato che ha bisogno di crescere, che avrebbe necessità di un fondo che unisce risorse pubbliche e private e che investa nelle aziende, dando una premialità alle società italiane, anche magari in un’ottica di aggregazione, per creare un polo audiovisivo italiano dove siano integrati produzione, distribuzione, editoria, media e che non abbia niente da invidiare ai grandi gruppi internazionali. Bisogna far dialogare di più e meglio le risorse pubbliche, a cominciare da quella del canone Rai, agli investimenti del Mic con il tax credit e altri contributi, con le risorse private. È chiaro che dobbiamo avere il mercato dalla nostra, perché quando il mercato è piccolo, le imprese sono più piccole e noi dobbiamo lavorare per ampliarlo con l’avallo delle istituzioni». E lancia un messaggio: «Vorrei che Confindustria rendesse più centrale il mondo audiovisivo, perché mi accorgo che non ha la rilevanza che meriterebbe. Sono convinta che l’audiovisivo possa entrare in un sistema valoriale insieme al mondo del turismo. Per esempio, come Apa stiamo lavorando a una grossa ricerca su tutto quello che il mondo dell’audiovisivo ha creato in termini di indotto in Italia. Partendo da Montalbano con la Sicilia orientale, passando per Don Matteo in Umbria a Sandokan in Calabria. Nel mio piccolo, ho girato a Lucca L’altro ispettore con la regia di Paola Randi». Si tratta di una serie sugli infortuni sul lavoro che andrà in onda sulla Rai tra la fine del 2025 e gli inizi del 2026. Alessio Vassallo, che interpreta l’ispettore, si occupa di infortuni e di morti sul lavoro. «Oggi – continua Giorgianni – nelle terre di Montalbano esistono ristoranti ispirati all’ispettore siciliano e tour nei luoghi in cui è stata girata la fiction. L’audiovisivo fa parte di un indotto e di un Pil, di cui il turismo italiano non può fare a meno, come noi non possiamo fare a meno di lavorare con i territori, in particolare, in alcune Regioni in cui le film commission sono molto attive. Ma il progetto va messo a sistema per migliorare le performance di tutti e per creare un maggiore collegamento fra il mondo dell’audiovisivo e dei territori che sono strettamente connessi. Dobbiamo avere un approccio industriale più forte per raccontare quello che siamo realmente, cioè un’industria che sta crescendo in termini di occupazione anche femminile. Bisogna creare il marchio del Made in Italy dell’audiovisivo con un’identità forte come quella del parmigiano, e invertire la tendenza ad essere comprati. Noi imprenditori culturali agiamo in un settore molto complicato oggi, soprattutto per l’arrivo delle piattaforme, per cui è assolutamente essenziale concentrarsi sul racconto che ci appartiene, per un tema identitario, economico e politico».